Io e la mia WASP diamo una mano. Anzi... tante!

Test video Enable Raptor Reloaded Hand

Scusate il poco originale gioco di parole, non ho saputo trattenermi, però oggi vi racconto una bella storia: sono entrato a fare parte di una comunità veramente particolare, nata negli Stati Uniti: la Enable Community Foundation, il cui motto è appunto "Give the world a "Helping Hand".

Questa fondazione supoporta e-NABLE, che invece è un network di appassionati di stampa 3d, che progetta e realizza e distribuisce a titolo assolutamente gratuito differenti tipi di protesi, ma soprattutto appunto di mani.

Nelle scorse settimane ho realizzato una di queste protesi con la mia DeltaWASP 2040, l'ho rifinita, assemblata, mi sono procurato materiali vari, terminata in tutti i suoi dettagli, dopodiché ho girato un breve video del risultato ottenuto per consentire all'organizzazione di controllare la correttezza della mia realizzazione: dato che a regime il network fornisce l'indirizzo del richiedente direttamente al maker 'di zona', è più che giusto che controllino che il lavoro sia fatto come si deve.  Devo dire che ho ricevuto molti complimenti per la mia mano, cosa di cui sono molto orgoglioso, e quindi ora sono ora un costruttore di mani autorizzato. Mi hanno persino spedito un attestato in carta e inchiostro vero...  ma non mi è ancora arrivato.

Quindi ora attendo l'indirizzo di un committente più o meno in zona, ma nell'attesa posso preparare i kit di montaggio con le parti stampate in 3D che l'associazione utilizzerà per i party di montaggio che organizza nelle scuole. Questo serve ad avere un certo numero di mani pronte, ma anche di educare i bambini a capire le diversità e a condividere conoscenze ed abilità. Great job!
Come potete vedere la protesi è semplice, è progettata per chi ha perso le dita, ma ha ancora almeno una parte del palmo, e con questo piegandolo può controllare la chiusura delle dita.

e-NABLE Raptor Reloaded Hand -  viste da spra e da sotto

Test e-NABLE Raptor Reloaded Hand up

Test e-NABLE Raptor Reloaded Hand bottom

Test e-NABLE Raptor Reloaded Hand Bottom 2

Non è l'ultimo grido della robotica, ma per i piccoli che crescono in fretta e quindi devono cambiare la protesi spesso è un bell'aiuto, specialmente se appartengono a quella grandissima fascia dell'umanità che ha poca disponibilità di  contanti.
Una parte stimolante di queste creazioni, è che vanno personalizzate per il richiedente: ovviamente la dimensione, il tipo, e le caratteristiche tecniche, ma anche dal punto di vista estetico. Può sembrare una parte marginale, ma il sito riporta alcuni esempi di come una di queste protesi abbellita con qualche accessorio che ricorda magari qualche personaggio dei fumetti (ad esempio Capitan America), cambia il modo in cui il banbino che la porta viene accettato dagli amici e compagni di scuola, trasformando il modo in cui viene considerato, dal 'diverso della classe' a quello che ha la mano da Supereroe. Cool!

Test e-NABLE Raptor Reloaded Hand Bottom 2

Tornando all'organizzazione, questo network è abbastanza giovane, ed è nato veramente per caso.

Vi accenno brevemente la storia perché è una di quelle che ti fanno capire che un altro mondo è veramente possibile, se credi nelle tue idee, e questo succede molto più spesso di quello siamo portati a credere.

Nel 2011 un ragazzo di nome Ivan Owen costruisce una finta grande e irta mano di metallo per andare ad una convention steampunk, e decide di fare un piccolo video da pubblicare su youtube. Come scrive la moglie, nessuno immaginava che quel video avrebbe cambiato le loro vite per sempre, e anche quelle ti tante altre persone.

Dopo poco tempo Ivan è stato contattato da Richard, un carpentiere del Sudafrica, che aveva perso le dita lavorando il legno, e alla fine insieme hanno sviluppato una protesi adatta utilizzando oggetti e materiali facilmente recuperabili nei due paesi.
Nel frattempo sempre dal Sudafrica si fa viva la madre di un bimbo di 5 anni a cui mancava una mano, chiedendogli di farne una versione piccola per suo figlio, e da lì Ivan inizia a fare ricerca sullo sviluppo di protesi, arrivando poi alla stampa3D.
Invece di brevettare le sue protesi Ivan le pubblica sulla rete a disposizione di tutti (su thingiverse), e siamo a gennaio 2013. A luglio dello stesso anno un ricercatore di Rochester (stato di New York) Jon Schull, ha l'idea di formare il gruppo su Google+ per organizzare la mappa dei membri e poter assegnare le richieste ai makers più vicini, e da lì makers e designers hanno cominciato a produrre e perfezionare queste protesi, arrivando ai numeri di oggi.
I numeri sono molto sinteticamente questi: nel primo anno la comunità passa dai 100 membri iniziali a 3000, e distribuisce 750 'mani'. Nell'anno successivo (2015) arriva ai 7000 membri e distribuisce circa 2000 protesi.

Bene, se vi ho incuriosito per i dettagli sgattate sui siti originali, questo è un'articolo, mica un'enciclopedia! ;-). Vi chiedo un favore: condividete questo articolo, così facciamo in modo che la schiera dei volontari si ingrossi, che poi è il vero motivo per cui ho scritto questa pagina.
In conclusione: se vi va di impegnarvi e unirvi alla community, seguite le istruzioni sul sito, troverete i link alla documentazione e tutti i tutorial necessari. Se invece volete stampare anche solo i pezzi di qualche protesi, mi contattate e li spedirò negli States insieme ai miei, io mi sono proposto di farne 10 al mese.

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